CARMELI VIRGO HIC COLITUR VITUSQUE BEATUS / RENOVATUM ANNO DOMINI 1682
Queste parole, secondo la platea manoscritta dell’Arcinfraternita del Carmine, erano scolpite sulla porta principale della Chiesa di S. Vito, edificata nel 1500 sulla Strada dello Specchio in onore del Santo Martire e successivamente dedicata alla Vergine del Carmelo.
Il culto alla Vergine del Carmine venne ufficializzato nel 1604 con la costituzione dell’Arciconfraternita del Carmine, fondata da una piccola schiera di ruvesi, ai quali spettò il compito di ristrutturare la ormai vetusta chiesa di S. Vito. Sul frontespizio della platea dell’Arciconfraternita è presente una raffigurazione della Madonna col Bambino.
Nel 1613 la Chiesa venne definitivamente dedicata alla Madonna del Carmine, con l’erezione dell’altare maggiore in legno dorato sul quale troneggiava la tela del romano Andrea Bordone raffigurante l’effige della Vergine con ai lati S. Marco e l’Angelo Custode.
L’importanza del culto della Vergine apparsa a S. Simone Stok è testimoniata dalla presenza, sulla parete laterale esterna, di una edicola in gesso di fine ‘700 raffigurante la Madonna del Carmelo con il bambino e lo scapolare stellato, posta all’esterno sotto un arco per consentire ai fedeli, anche nei momenti di chiusura della Chiesa, di venerare la Vergine.
Durante il restauro voluto dalla congrega, la volta della lunga navata venne affrescata con alcuni medaglioni raffiguranti l’esaltazione della Croce, altro culto radicato nella Chiesa, e la Vergine del Carmelo che porge l’abitino a S. Simone Stok.
Nella prima metà del 1800, la congrega si dotò di un simulacro ligneo vestito della Madonna del Carmelo, opera del terlizzese Giuseppe Volpe, portato, sin da allora, in processione il 16 luglio di ogni anno. Dai documenti di archivio è possibile leggere che il Capitolo rifiutò di intervenire alla processione nel 1832. Il simulacro è oggi al centro dell’altare maggiore, mentre la tela è stata spostata in un altare laterale.