Riceviamo e pubblichiamo da don Salvatore Summo.
Il comunicato stampa di lunedì 3 giugno 2019 da parte della diocesi di Molfetta ha come oggetto la restituzione disposta da Mons. Luigi Martella.
Entro il 7 giugno, termine ultimo per la dilazione di 5 anni offerta al Consiglio Diocesano Affari Economici, si confidava si potesse concretizzare l’obbligo assunto da S. E. Mons. Domenico Cornacchia il 31 maggio di restituire al Capitolo Cattedrale di Ruvo la somma ancora da definire di “circa 600.000 euro” per destinarla finalmente alle povertà pastorali ruvesi.
Ottima la scelta delle indicazioni. Tuttavia la soluzione prospettata dal comunicato appare incomprensibile, finalizzata solo a non rispettare gli impegni assunti dal nostro vescovo. Non condivisibile la scelta che si riferisce alla comunità CASA. Tanto è vero che, secondo il comunicato diocesano, si intende impegnare la somma di euro 450.000 per “costi e spese già sostenuti”.
Trattasi di interventi di adeguamento richiesti dalla Regione, finanziati con fondi propri e non con fondi dell’ente Capitolo, per altro estraneo all’iniziativa, atteso che non è stato mai destinatario di giustificativi attinenti all’opera citata. Mai nessuna richiesta né comunicazione ex autoritate al Capitolo prima dei lavori già eseguiti; opera realizzata da tempo e inaugurata ufficialmente alla presenza di tutto il clero, vescovi e autorità civili il 10 maggio. Anche in quella circostanza nessun riferimento ai “circa 600.000 euro”. Nulla era stato chiesto né comunicato al Capitolo fino al 31 maggio nonostante i due libri di don Summo sull’argomento, il sollecito fatto il 23 ottobre 2018 al Consiglio Affari Economici e il 23 marzo 2019 col manifesto in città e successiva intervista a Telenorba il 1 aprile 2019. Non si spiega la tardiva ma ”accorata richiesta” di aiuto economico del vice presidente dell’associazione CASA, dott. Giulio Pisani.
Tra l’altro sui 600.000 euro da restituire al Capitolo non si poteva affatto contare. Infatti persino la somma già accantonata per la restituzione dal precedente economo diocesano (cfr. Luce e vita) era scomparsa dalla contabilità. Anche questa era stata utilizzata diversamente.
Se le fatture, elettroniche o meno, dei lavori eseguiti alla CASA fossero già state a saldo e con altri fondi, non è pensabile pagare una iniziativa di “ben” 450.000 euro per due volte e con decisione assunta ora per allora, retroattivamente. Forse è il caso di pensare ad altre iniziative pastorali sempre per la CASA.
La “pronta sollecitudine e cristiana sensibilità, …. in forma collegiale (in rispetto della natura propria del Capitolo)” era stata già voluta da Mons. Martella e proposta dal sottoscritto, unico capitolare rimasto, a tutto il clero. La proposta fu accolta il 10 aprile 2015 da tutti i sacerdoti presenti in Ruvo che intendevano mettere ciò che rimaneva in proprietà del Capitolo a disposizione di un’opera più consistente per le povertà pastorali della città. Firmarono tutti i sacerdoti, capitolari e non. Segue il documento.
Contro le voci in contrario tale documento rivela la collegialità e sinodalità richiesta sempre da don Summo che interveniva come legale rappresentante e amministratore del “vecchio” Capitolo a cui solo si riferiscono i beni in oggetto.
Questo Ente nel Decreto della Santa Sede del 1988 era stato già sottoposto a modifiche statutarie “in linea con il Concilio Vaticano II e il vigente Codice di Diritto Canonico”. Condivisibile la scelta di avviare la realizzazione del nuovo centro Caritas cittadino.
Tuttavia ci si chiede come è possibile dare delle garanzie di attuazione alla città di Ruvo perché non sia ancora una promessa che continua del 2003? Il vicario generale don Raffaele Tatulli firma il comunicato di restituzione. Proprio lui è depositario presso la sua parrocchia Sant’Achille in Molfetta dei ”circa 600.000 euro”, come affermava Mons. Martella mostrandomi il relativo verbale. Nel comunicato sarebbe stato logico che il vicario generale insieme all’economo diocesano don Angelo Mazzone, si fossero impegnati in una operazione bancaria entro il 7 giugno 2019 per certificare a tutti una reale restituzione piuttosto che sottoscrivere solo una dichiarazione ufficiale flatus vocis.
Un proclama di restituzione senza restituzione.
Ruvo 8 giugno 2019
Don Salvatore Summo