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La festa dell’Assunta a Ruvo. Antiche tradizioni scomparse.

Almeno fino all’Ottocento, nel giorno della solennità di S. Maria Assunta, si tenevano a Ruvo numerosi festeggiamenti in onore della Vergine alla quale è dedicata anche la nostra Cattedrale.

I riti partivano dalla chiesa di S. Maria di S. Luca, ora intitolata ai SS. Medici, dove era venerata sull’altare principale una tavola lignea della Vergine. Si trattava, probabilmente, di una icona di origine bizantina raffigurante Maria, sullo stile delle icone venerate a Molfetta (Madonna dei Martiri) e a Sovereto che la tradizione vuole siano state realizzate dalla mano di San Luca(1).

In documenti conservati nell’Archivio Diocesano di Ruvo vi è traccia dei festeggiamenti: nei primi vespri della festa dell’Assunzione si portava in processione per la città l’icona della Vergine che veniva posta, al termine, in Cattedrale. Qui il 15 Agosto si celebrava il solenne Pontificale con la presenza del Vescovo e con l’intervento di tutto il Clero cittadino(2).

Le tracce della tavola si perdono, però, nei primi dell’800. In tale periodo, infatti, i Confratelli della Purificazione, ai quali viene affidata la chiesa di S. Maria di S. Luca, rilevano il cattivo stato di conservazione dell’opera e decidono di commissionare a uno scultore napoletano una statua della Vergine Assunta in Cielo, più consona per la processione(3). La statua costò 21 ducati e grana 23 ed è probabilmente la stessa citata nel 1885 nell’inventario degli arredi sacri della chiesa di San Domenico (successiva sede della Confraternita della Purificazione)(4). Da quella data si perdono definitivamente le tracce dell’opera.

altare maggiore

Rimane, invece, affidata a una testimonianza fotografica, la memoria della statua della Vergine posta sull’antico altare barocco della Cattedrale e rimossa con quest’ultimo nel 1935. La statua lignea, che come riportano le fonti era alta 6 palmi(5), era posta nella parte superiore dell’altare tra le statue lignee di San Cleto e di San Biagio.  [img 2]

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L’altare barocco con la sua mole copriva la finestra absidale, attualmente chiusa da lastre in alabastro. Prima del 1935, per la finestra era stata progettata una vetrata raffigurante l’Assunta e i simboli degli evangelisti, su bozzetto [img 3] dell’architetto Ettore Bernich, restauratore della Cattedrale(6). Non sappiamo se la stessa sia stata realmente realizzata o, come traspare da alcune foto d’epoca, sia soltanto stato realizzato uno stendardo con la stessa immagine posto a copertura della stessa finestra.

Insieme all’altare fu rimosso anche il controsoffitto restaurato nel 1749 da Luca Alvese utilizzando tele preesistenti. In un tripudio barocco di oro e immagini di santi, la struttura a copertura della navata trasversale recava una tela ottagonale raffigurante la Vergine in Gloria. Di questa opera ci rimane, oltre a una foto, anche un ipotetico bozzetto nel santuario di S. Maria delle Grazie. Si ritiene che il dipinto del soffitto della Cattedrale sia stato realizzato da un membro dalla scuola bitontina, forse Nicola Gliri. [img 1]

Altra immagine della Vergine Assunta, raffigurata secondo i canoni classici, è riportata nella Platea della Cattedrale di Ruvo del 1656. L’immagine acquarellata, insieme a quelle di San Biagio e San Cleto, apre il volume nel quale sono indicati tutti i beni spettanti alla Mensa Capitolare. [img 4]

In un passato non molto lontano, il giorno dell’Assunta era particolarmente sentito dalla popolazione ed era caratterizzato da un preciso rituale da svolgersi in casa appena svegli. Grandi e bambini dovevano farsi il segno della Croce e recitare l’Ave Maria per cento volte e, sempre per cento volte, dovevano recitare questa antica cantilena, affidandosi alla Vergine nella protezione dal maligno:

Nemèiche vattinne da ddò

de l’aneme-a maje na’nnè ccè fò

ca la dèje de sande-a Marèie

me facibbe cinde Criusce

e dicibbe cinde Avèmmarèie

Nemico allontanati da questo luogo
della mia anima non sai che farne
che il giorno di Santa Maria
cento volte mi segnai
e cento Ave Maria recitai(7)
Immagini tratte da: Archivio Brooklyn Museum [img 2], Il Rubastino (cit.) [img 3], Foto di Giuseppe Ciliberti da C. Bucci (a cura di), Il Santuario della Madonna delle Grazie a Ruvo di Puglia, CSL Edizioni, 2012 [img 1]
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Note

Note
1 F. Di Palo, La chiesa e il culto dei Santi Medici a Ruvo, CSL Edizioni, 2001, pp. 23-27
2, 3 Ibidem
4 F. Di Palo, La Chiesa e il Convento del Santissimo Rosario (S. Domenico) a Ruvo, Schena Editore, 1998, p. 197
5 Archivio di Stato di Bari, Intendenza di Terra di Bari, Culto e dipendenze, Stato dei quadri, delle statue e dei bassorilievi delle chiese di Ruvo, [1811 dicembre 26]
6 G. Caldarola, Ettore Bernich, architetto – seconda parte, Il Rubastino, anno XXVI, n. 3, p. 8
7 Comune di Ruvo di Puglia. Assessorato Cultura, Turismo e
Pubblica Istruzione, U Calèndarìe de la ‘ggìènde de Rìuve
2011, Centro Stampa, 2010

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