Il 4 dicembre la chiesa commemora Santa Barbara, patrona dei Vigili del Fuoco. La santa nacque a Nicomedia, attuale Turchia, nel 273 e si distinse per l’impegno nello studio e per la riservatezza, qualità che le giovarono la qualifica di «barbara», cioè straniera, non romana. Tra il 286-287 Barbara si trasferì presso la villa rustica di Scandriglia, oggi in provincia di Rieti, al seguito del padre Dioscoro, collaboratore dell’imperatore Massimiano Erculeo. La conversione alla fede cristiana di Barbara provocò l’ira di Dioscoro. La ragazza fu così costretta a rifugiarsi in un bosco dopo aver distrutto gli dei nella villa del padre. Trovata, fu consegnata al prefetto Marciano. Durante il processo che iniziò il 2 dicembre 290 Barbara difese il proprio credo ed esortò Dioscoro, il prefetto ed i presenti a ripudiare la religione pagana per abbracciare la fede cristiana. Questo le costò dolorose torture. Il 4 dicembre, infine, fu decapitata con la spada dallo stesso Dioscoro, che fu colpito però da un fulmine. La tradizione invoca Barbara contro i fulmini, il fuoco e la morte improvvisa. I suoi resti si trovano nella cattedrale di Rieti.
Oggi a Ruvo di Puglia il culto per la santa è del tutto assente: non vi sono raffigurazioni né edifici sacri a lei dedicati. In passato, però, vi è l’attestazione della presenza di una chiesa dedicata alla santa, posta extra moenia nei pressi della porta del Buccettolo. La toponomastica ancora oggi la ricorda nel nome di una lunga strada che dal centro città porta verso Calentano e le Murge.
La Platea del Capitolo Cattedrale del 1658 attesta l’esistenza di questa chiesa della quale, allo stato attuale, sono assenti altre testimonianze archivistiche. Il libro compilato dal Capitolo Cattedrale riporta che la chiesa confinava con la cocevolina del chierico Angelo Antonio Caputi di Altamura donata dall’ecclesiastico al collegio capitolare ruvese. Si può ipotizzare, quindi, che la chiesa fosse stata ancora visibile in quel tempo.
Si ignorano, allo stato attuale, l’esatta collocazione, le vicende e l’aspetto architettonico dell’edificio sacro. Resta, a perenne memoria della chiesa dedicata a Santa Barbara, il toponimo attribuito a una tra le strade tra le più belle e panoramiche della città di Ruvo.