Torna anche quest’anno la rassegna “Canterò per sempre l’amore del Signore” dedicata alle corali e organizzata dall’Associazione “Corale Polifonica Michele Cantatore” il 22 ottobre. L’evento, alla sua 5^ Edizione, si terrà dal 22 al 26 ottobre e nasce con l’intento di promuovere la musica corale e di ricordare il maestro Michele Cantatore nel nono anniversario della sua scomparsa.
Michele Cantatore (1919-2005), maestro di Cappella per oltre 50 anni nella Cattedrale di Ruvo nonché organista nelle parrocchie e chiese della città, è conosciuto da tutti i concittadini come il servitore umile e fedele del canto e della musica che si elevano a preghiera; con la musica ha voluto educare il popolo a ricercare e manifestare la propria fede ricoprendo cosi non soltanto il ruolo di raffinato Maestro di musica ma soprattutto quello di Maestro di vita.
Nato il 9 aprile 1919 da una semplice famiglia ruvese, trascorse un’infanzia e un’adolescenza difficili sia per le condizioni di vita generali del primo dopoguena, sia per la malattia agli occhi che in seguito ad un intervento ad un anno di età lo privò quasi totalmente della vista. Per interessamento del canonico don Gioacchino De Palo si trasferì a Firenze, presso il convitto “Vittorio EmanueIe II” per frequentare corsi professionali utili all’inserimento lavorativo dei non vedenti (intrecciare i canestri e altre attività manuali); ma le sue qualità ne misero in evidenza la propensione agli studi e cosi segui lezioni di Cultura generale e di Musica impartite da insegnanti che ne presero a cuore le sorti.
La permanenza a Firenze per tre anni lo plasmò e gli fece acquisire uno stile di vita aperto all’arte e alla cultura; quando tornò a Ruvo, iniziò la sua attività di Organista liturgico attorniandosi di cantori scelti tra gente semplice: a loro impartiva lezioni di musica e di canto corale provvedendo a che ciascuno avesse gli spartiti, cosa non proprio facile all’epoca.
L’esigenza di approfondire e perfezionare gli studi lo spinse, negli anni ’60, a trasferirsi a Padova per studiare Organo con il Maestm Amedeo Boccardo. Successivamente studiò Musica Prepolifonica presso la Fondazione “G. Cini”, sull’isola di San Giorgio Maggiore, sezione staccata del Conservatorio “Benedetto Marcello” di Venezia, sotto l’autorevole guida del benedettino padre Pellegrino Emetti: conseguì cosi il diploma in Musica Prepolifonica e segui, sempre a Venezia, altri corsi di perfezionamento in Canto Gregoriano.
Forte di questa sua preparazione e unitamente all’indole profondamente umana e cristiana che gli facevano vedere il suo lavoro come vocazione ed apostolato, tornò a Ruvo e si dedicò all’insegnamento della Musica presso il Seminario diocesano di Bitonto ed in altri corsi a indirizzo musicale istituiti dalla Regione, alimentando il gusto per la musica e il canto liturgico in diverse generazioni di giovani diventati poi affermati professionisti nel settore (Pino Minafra, Angelo Anselmi, Nicola Bucci, Rino Campanale, Gino Sparapmo, Giovanni Mazzone ed altri).
Con don Mario Jurilli e il Maestro Raffaele Camerino fondò la prima Schola Cantorum a Ruvo, frequentata da ragazzi, giovani e adulti provenienti anche dai paesi limitrofi.
Molto viva e partecipata era l’attività di formazione svolta e tante furono le manifestazioni liturgiche e laiche a cui il coro “Santa Cecilia” era invitato a partecipare. Il maestro Cantatore ha scritto diverse composizioni musicali per la liturgia; tra le più eseguite troviamo le messe per la “Santa Famiglia” e “In nativitate Domini”, il “Salve Regina” per voce solista, coro organo e diversi oratori ispirati a episodi biblici ed evangelici come “Il figliuol prodigo”, “L’Annunciazione” e “La Resurrezione di Lazzaro”. Molti noti tra i ruvesi anche gli inni dedicati a “San Biagio”, protettore della città, eseguito durante le celebrazioni ufficiali per il Santo, lo struggente “Inno alla Pietà”, per coro di donne e banda eseguito durante la processione del sabato santo e “Aprite le porte a Cristo” dedicato a Giovanni Paolo II. Il Maestro Cantatore scrisse anche un’opera teatrale, “8 Gennaio”, incentrata sulla rivolta popolare del 8 gennaio 1894 che portò all’incendio del Municipio di Ruvo.
Nel tempo libero, fisarmonica al seguito, si recava all’Ospizio ad allietare i pomeriggi degli anziani. Non ha mai smesso, fino ai giorni in cui gli acciacchi gli hanno impedito di uscire di casa, di intonare inni e cantici spirituali dedicando la medesima passione sia quando si trattasse di un Pontificale che della messa feriale a cui quotidianamente non mancava. Gli organi delle chiese della città, toccati dalle sue dita, sprigionavano una melodia unica e irripetibile.(1))
Note
↩1 | Rielaborazione da http://www.comune.ruvodipuglia.ba.it/upload/ruvodipuglia/delibere/allegatodeliberazionen.227_3783_17405.pdf. Interessante e commosso anche il ricordo di Mons. Pellegrini (http://redentoreruvodipuglia.blogspot.it/2010/12/michele-cantatore.html |
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