Nella solennità dell’Ascensione di Nostro Signore al Cielo, fino agli anni ’50/’60, si teneva a Ruvo, e in molte altre città barese, la cosiddetta processione delle rogazioni.
Secondo la definizione di papa Benedetto XIV (1740-58) le rogazioni erano preghiere adatte a difendere la vita degli uomini dall’ira di un Dio che c’impaurisce in ogni luogo. Il loro scopo era quello di “allontanare i flagelli della giustizia di Dio e di attirare le benedizioni della sua misericordia sui frutti della terra”.
A Ruvo si teneva nel giorno dell’Ascensione una lunga processione, riservata al clero e ai canonici del Capitolo Cattedrale, che si snodava dalla Cattedrale al termine della messa maggiore.
Il lungo corteo si fermava nei pressi dei luoghi in cui si ergevano fino a inizio 800 le quattro porte cittadine: su un palazzo nei pressi di Porta Nuova, sulla parete laterale della chiesa di San Giacomo al Corso perchè qui si ergeva porta del Buccettolo, sulla facciata di Palazzo Ficco in piazza Castello a ricordo di porta Castello, sul palazzo sede delle carceri in via Vittorio Veneto poichè qui vi era l’antica porta Noè. In questi luoghi, la sera prima, venivano poste delle piccole croci di legno che al passaggio della processione venivano incensate e benedette per invocare la protezione divina sulla terra.
L’ultima benedizione si teneva sul sagrato della Cattedrale ed era diretta ad invocare la protezione del Signore sulla città di Ruvo. Anche qui veniva posta una croce, posta sulla facciata meridionale, poco sopra il Cristo pietra angolare.
Col passare del tempo non ci fu più una processione cittadina per questa liturgia ma fu delegata ai parroci delle parrocchie nel cui territorio insistevano le porte(1).
Oggi il rito è stato del tutto cancellato e a ricordo rimangono le crocette ancora parzialmente visibili nei pressi di porta Castello, all’incrocio con corso Cotugno, di porta Nuova, all’incrocio di via Cattedrale con corso Jatta, in piazza Bovio, all’incrocio con via Valle Noè, e sulla facciata meridionale della Cattedrale.
Nella vicina città di Molfetta, invece, il rito non è stato abolito: nel giorno dell’Ascensione, dopo la celebrazione liturgica in Cattedrale, viene portata in processione una croce di rami e primizie dei campi. La grande croce viene poi issata sull’arco della Terra, accesso principale al centro antico della città affacciata sull’Adriatico(2).
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Si ringrazia Cleto Bucci.