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Aversa, Napoli e Ruvo di Puglia legate da Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe

Statua venerata ad Aversa (Ce).

Il 6 ottobre la chiesa commemora Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe, compatrona di Napoli insieme ad altri 56 santi. Santa Maria Francesca, al secolo Anna Maria Gallo, nacque il 25 marzo 1715 a Napoli e, dopo aver incontrato le resistenze del padre, entrò a sedici anni nel Terz’Ordine Secolare di San Francesco. Ammirevole per la pazienza di fronte alle innumerevoli e continue sofferenze e avversità, per le penitenze e per l’amore di Dio e delle anime, morì il 6 ottobre 1791 a 76 anni quando, ormai, la sua capacità profetica e miracolosa era già nota ai più. È una delle più “potenti” sante napoletane: invocata durante la seconda guerra mondiale, salvò i quartieri spagnoli dai bombardamenti e, ancora oggi, nella cappella che sorge a Napoli, nel luogo della sua ultima dimora, vi è la sua sedia di dolore su cui le donne, desiderose di avere un figlio, devotamente si siedono ad impetrare la grazia.

A Ruvo di Puglia, nella chiesa di San Giacomo al Corso, vi era una grande tela raffigurante una Conversione operata dalla beata Francesca, opera del bitontino Francesco Spinelli (1832-1907), la cui riproduzione in dimensioni ridotte è stata esposta nella citata mostra ad Aversa. Il dipinto risale agli anni della ricostruzione della chiesa(1), avvenuta nel 1869 su progetto dell’ing. Comes di Bitonto. Fu lui, probabilmente, a suggerire ai committenti l’intervento del suo concittadino Spinelli nella definizione dell’apparato artistico della chiesa. Studente all’Accademia delle Belle Arti di Napoli e direttore della prima “Scuola comunale serale di Disegno” della sua città, Spinelli, nonostante la grande abilità ritrattistica, non è considerato uno dei più attenti pittori religiosi della sua epoca: “la sua pittura religiosa è banale e spesso di gusto discutibile; fatto questo non certo sorprendente nel secolo secolarizzato in cui la fede e molti valori cominciavano a vacillare”(2).

F. Spinelli, Conversione operata dalla beata Francesca, olio su tela, XIX sec., Ruvo di Puglia, Uffici della Curia Vescovile, già in S. Giacomo. (foto dell’autore)

Il dipinto, definito da alcuni “magnifica pala”(3), fu segnalato nel 1915 nella chiesa d’origine(4). Successivamente fu di lì rimosso e collocato prima nel salone dell’episcopio, dove è presente dagli anni Settanta del Novecento, poi nella chiesa di Santa Caterina (1993). Dal 12 maggio 1993 fu custodito nella chiesa di Sant’Angelo e infine, dal 2014, nei locali della Curia Vescovile (oggi sede della Caritas Diocesana) in cui è attualmente esposto(5). Nel corso del 2008 una riproduzione dell’opera è stata esposta nella parrocchia dello Spirito Santo di Aversa (Caserta) in occasione della mostra iconografica “La Santarella dei Quartieri”, un racconto per immagini della devozione popolare a santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe. Nella mostra, oltre a dipinti, litografie, medaglie devozionali e stampe provenienti da Napoli e da Aversa, sono state esposte riproduzioni di opere appartenenti al patrimonio artistico di altre città tra cui Ruvo e Troia: testimonianza del diffondersi della devozione dalla città partenopea alla vicina Puglia.

La scena raffigurata nella grande tela ruvese, ambientata in una nobile casa di Aversa, racconta uno dei prodigi compiuti in vita da santa Maria Francesca, conformemente alla narrazione di don Gerardo Cervellino, fratello del confessore della religiosa, intervenuto nel processo di beatificazione.

Si doveva una mattina monacare una Educanda, e perché s’era trovata presente la stessa mattina al matrimonio d’un’altra sorella, più non voleva farsi religiosa: che perciò per colorire il pretesto si trattenne in letto fingendosi ammalata, e con ispasimi di testa. La mattina era bastantemente avanzata, né vedevasi comparire in Chiesa, per cui si suscitò un forte sussurro tra la gente invitata, con quanti ve n’erano concorsi per vedere detta funzione, e l’istesso Religioso di detto luogo[…] Finalmente fecero l’ultimo tentativo appoggiate alla somma prudenza della Serva di Dio ivi presente, le fecero dare, dal detto mio fratello, il precetto d’ubbidienza, che si fosse portata in casa dell’accennata Educanda per persuaderla con la sua prudenza, come in fatti sortì; poiché le pose in vista, colla sua solita efficacia, il grave scandalo che ne risultava a tutta la città, ed il grave disonore della sua Famiglia, una coll’insidie del demonio, che cercava frastornarla da sì santa risoluzione, e che finalmente dopo aver preso l’abito, avea un’anno di tempo a pensarci, dopo del quale se ne avrebbe potuto disfare con qualche altro onorato pretesto. Sicchè furono così calzanti, e persuasive le sue ragioni, che le riuscì di portarsela con se in Chiesa, con ammirazione, ed applauso di tutti i Circostanti, e della Città, per cui la tennero in conto di una gran Serva di Dio. La Giovinetta si vestì Monaca, e dopo un anno fe anche la solenne Professione con sommo suo spirituale contento; e d’allora in poi maggiormente crebbe in dette Religiose una stima grande verso la Serva di Dio, per cui in tutti i loro bisogni si consigliavano con essa per via di lettere, alle quali facea rispondere di carattere di mio fratello, affinchè non si attribuisse ad essa la lode del buon esito.

La presenza dell’immagine nella chiesa di San Giacomo al Corso di Ruvo di Puglia è da collegare all’attività della fraternità ruvese del Terz’Ordine Francescano. Fondata nella chiesa dei Cappuccini, continuò a compiere attività in quella chiesa fino alla soppressione dell’ordine avvenuta nel 1866. Il Terz’Ordine si adoperò, quindi, per l’erigenda chiesa di San Giacomo dove venne autorizzato a riunirsi nel 1869 dal Vescovo Materozzi(6).

Una fraternità femminile ruvese del Terz’Ordine, nel 1880, è segnalata nella chiesa dell’antico ritiro di S. Angelo dove il piccolo gregge Francescano si incontrava insieme ai quattro figli di Francesco addetti al culto della stessa chiesa. Il gruppo veniva definito stabile, fervoroso, osservante, d’insigne pietà. E che sia così, ben lo dimostrano i fatti. Queste poche colombe Francescane, che non raggiungono la cifra di 60, congiunte al loro direttore, hanno dovuto sostenere delle grandi opposizioni. Ma esse in mezzo ai trambusti, alle dicerie ed alle persecuzioni, hanno dimostrato mai sempre la fede, la costanza, lo spirito serafico, senza tema, senza viltà (7).

La chiesa di San Giacomo al Corso a Ruvo di Puglia

Fino a poco tempo fa il Terz’Ordine, attivo a Ruvo di Puglia con la nuova denominazione di Ordine Francescano Secolare, ha continuato a riunirsi nella chiesa di San Giacomo al Corso dove ha fino ad allora curato, con la consueta umiltà tipica dell’ordine serafico, le celebrazioni per san Francesco d’Assisi, per santa Elisabetta d’Ungheria e per tutte le altre ricorrenze festive francescane.

La tela raffigurante santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe, recentemente segnalata nel catalogo della mostra Restituzioni(8) necessita di un considerevole intervento di restauro per essere poi collocata tra le sale della costituenda sezione ruvese del Museo Diocesano.

*Si ringraziano per la disponibilità: Gennaro Pascale e don Alfonso d’Errico di Aversa (Caserta) per aver acceso l’attenzione sulla raffigurazione ruvese di santa Maria Francesca, contribuendo alla sua riscoperta e alla sua diffusione nella città campana; Cleto Bucci per le preziose indicazioni e integrazioni e per aver fornito copia manoscritta della scheda di inventario; don Salvatore Summo per aver acconsentito alla ripresa fotografica della tela.
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Note

Note
1 Sulla chiesa e le sue vicende si vedano: C. Cipriani, L’eclettismo pittorico di Mario Prayer, in Studi Rubastini. I luoghi, la storia, l’arte, l’architettura di Ruvo di Puglia, a cura di C. Bucci, Terlizzi 2014 e V. Ricci, La Chiesa di San Giacomo e la commenda dell’Ordine dell’Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta, in Studi Rubastini. Chiese, conventi e sacri palazzi a Ruvo di Puglia, a cura di C. Bucci, Terlizzi 2015.
2 C.F. Sperken, Per una rivalutazione della Pittura dell’Ottocento in Puglia, 1974, p. 370.
3 V. Pellegrini, Ruvo Sacra, Molfetta 1970, p. 196.
4 C. Lojodice, Una passeggiata storica. Monografia di Ruvo di Puglia, Bari 1915, p. 24.
5 CTG Torre del Pilota, Scheda d’inventario OA, 1974.
6 V. Pellegrini, Ruvo Sacra, Fasano 1994, p. 210-211.
7 Annali francescani – periodico religioso dedicato agli iscritti del Terz’ordine, anno XI, n. 3, 1880, p. 80.
8 F. Di Palo, Restituzioni: opere, storie di uomini e d’arte dai depositi della Concattedrale di Ruvo di Puglia, a cura del Museo Diocesano Molfetta, Molfetta 2021

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