Lo sguardo è di quelli assai intriganti e anche un po’ saccente, va dritto all’osservatore… e il gesto altrettanto eloquente ad indicare in alto la Vergine trafitta da sette lunghissime spade. Sostiene, quasi esibendola con orgoglio, l’arma del vescovo Giovanni Donato Giannone Alitto che governò la diocesi di Ruvo, in apertissimo contrasto con Università, feudatario, confraternite, il suo stesso clero, per circa un ventennio dal 1680 al 1698. Un’immagine emblematica, insomma, della “tristezza dei tempi”, sconquassati da carestie e pestilenze e, sul piano locale, intestine lotte di potere e di religione sulle quali la storiografia locale dovrà interrogarsi e fare luce. Certo il vescovo, espressione del riformismo romano, oltre che aggredito dalla prepotenza baronale nella sua stessa Cattedrale, fu costretto dal suo clero, pervicacemente attaccato a privilegi consolidati, a scendere e salire scale dei tribunali civili ed ecclesiastici: da qui le scomuniche comminate a destra e a manca. Sino ad eclatanti iniziative: fece legare su una mula un suo prete e lo espose al pubblico ludibrio, trascinandolo per strade e piazze della città.
Non fu facile la vita dei vescovi di Ruvo… spesso isolati in casa….ed è questa la storia che racconta, in sintesi ma con straordinaria efficacia, lo splendido dipinto, firmato e datato 1684 da Nicola Gliri, un tempo nella Cattedrale di Ruvo, da cui è tratto il particolare del putto alato.
Dalla stessa “Ecclesia Maior”, che i restauri di Otto e Novecento pretesero di ricondurre alla purezza romanica, ma che di fatto distrussero per sempre pregevoli arredi e opere d’arte per poi restituirci clamorosi falsi, provengono i numerosi dipinti e le statue che, dimenticate per decenni in depositi di fortuna e all’azione del tempo e dei tarli, ora riemergono per iniziativa del Capitolo Cattedrale Santa Maria Assunta, istituzione che sin dal 1200 ha apportato notevoli contributi, in termini di bellezza, alla città di Ruvo.
Ѐ solo questione di giorni: a breve una interessante quanto assai originale mostra farà il punto su pagine inedite e oltremodo significative della città e della Puglia, restituendo non solo opere d’arte ma anche protagonisti e storie che meritano di essere raccontati non per nostalgia, ma per necessità e strategie di conoscenza.
Ruvo si arricchisce …. con “Restituzioni”!
Francesco Di Palo
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