«Quando c’è qualche festa religiosa nei borghi circostanti, molti contadini accorrono con le loro mogli e i loro figli, chi in macchina, chi a piedi; poi, morti di stanchezza, se ne vanno di notte, dopo aver bevuto e mangiato. Lo stesso si fa per due feste campestri, la festa dell’Annunciazione a Calentano e per quella della Madonna delle Grazie nella cappella omonima, che sono due chiese abbastanza lontane dai centri abitati. Si va a piedi o in macchina, si sente la messa, si cammina, si è felici, e tutto finisce con uno spuntino e una scampagnata.» (1)
Tra le numerose feste popolari cittadine, la sagra campestre della Madonna delle Grazie resta la più partecipata e sentita. A frotte ci si reca presso il santuario della Vergine per ringraziare per una grazia ricevuta o, invece, per chiederne una, sicuri di vedere la propria istanza sempre soddisfatta. Da quel lontano 1645 sono tante le preghiere giunte all’orecchio della venerata icona e, altrettanto numerose, sono state le intercessioni della Madonna che allatta il Bambin Gesù.
Nel Corriere delle Puglie del 2 Giugno 1899 vi sono riportate “voci di donnicciuole” su un presunto miracolo operato dalla Vergine. Il fedele e anonimo cronista, però, già nelle prime righe pone i paletti alla storia che si accinge a raccontare, come egli stesso dice, “con la più stretta riserva”.
Il Miracolo di una Madonna
Ruvo 1.
Le nostre donnicciuole non fanno altro che parlare e commentare in mille modi un preteso miracolo della Madonna delle Grazie. Non ho mancato da fedele cronista di provincia di raccogliere queste voci e riferirvele naturalmente con la più stretta riserva. Ieri l’altro mattina un tale entrò nella cappella aperta della Madonna delle Grazie. Il tale prima di entrare in quel sacro luogo erasi guardato a dritta ed a sinistra temendo di essere sorpreso. Quando egli si accorse che nessuno lo guardava disparve nella detta cappella, immersa nel più profondo silenzio ed in una semi oscurità. Quell’individuo recatosi difilato innanzi alla Madonna delle Grazie toglieva a questa una spilla d’oro. Ad un tratto egli si fermò: gli era parso che quell’immagine avesse alzato un braccio.
Nella cappella non c’era anima vivente: egli c’era in quel luogo da parecchi minuti. Fattori adunque coraggio era per involare alla stessa Madonna una crocetta anche d’oro, quando s’intese nella chiesa uno scampanellio indescrivibile e nello stesso tempo due nerborute braccia stringevano quelle del ladro.
Questi, preso da forte panico, cominciò a gridare come un forsennato. Il ladro, che si chiama Sibillano Salvatore, era stato acciuffato dal sagrestano della medesima cappella. In quanto al muoversi degli occhi della Madonna e allo scampanellio misterioso saranno cose inventate dalla fantasia esaltata delle nostre popolane per accreditare la santa bottega. E dire che siamo in pieno secolo XIX!! (2)
Se sono tanti i dubbi su questo fatto prodigioso raccontato nelle colonne del quotidiano pugliese, altri miracoli e altre intercessioni della Madonna delle Grazie sono invece testimoniate da piccoli dipinti “ex voto”(3).
Nella sagrestia del santuario vi sono due tavolette che raccontano, con poche pennellate, altrettanti miracoli. La prima, datata 1876 e di discreto valore artistico, racconta del “miracolo ottenuto da Maria SS. delle Grazie e da S. Nicola di Bari, nel mese di Aprile del 1876, in persona di Alessandro Pesce, Ruvo”. La scena è ambientata in una stanza da letto domestica, arredata con un letto in ferro battuto, una sedia con la tipica seduta in vimini e il tradizionale comò per la biancheria. Alle pareti due immagini dipinte e incorniciate raffiguranti la Madonna delle Grazie e San Nicola.
Se per il santo di Myra l’immagine rispecchia la consueta iconografia, per la Virgo Lactans l’anonimo artista ha probabilmente tratto ispirazione dal dipinto di Pierre Mignard “La Vergine dell’Uva”.
Il grappolo d’uva, che nell’originale esposto al Louvre la Vergine dà al Bambino, è sostituito in questo caso da una melagrana, simbolo che nella forma evoca un seno e in valore simbolico evoca l’abbondanza dei doni della grazia di Dio.
Un lanterna accesa tra i due dipinti illumina il letto occupato da un uomo che con sguardo implorante si rivolge ai suoi due protettori.
L’aiuto della Vergine al fedele malato o in punto di morte nel suo letto casalingo si ripete anche nell’altra tavoletta del Santuario. Datata 1896, racconta il miracolo della Vergine fatto a Catalano e Filomena Biancone. Semplificatissimo nei tratti, questo ex voto mostra due letti affrontati che ospitano i due protagonisti. Al centro un quadretto della Vergine delle Grazie che, stavolta, rispecchia la tradizionale e ben più semplice iconografia.
Un’altro ex voto, dipinto ad olio su rame, è invece conservato negli uffici ruvesi della curia ed è datato 1899. La scena, stavolta, è ben diversa: in un incrocio di campagna un calesse trainato da un cavallo è portato via dalla corrente. A bordo cinque persone, di cui almeno due donne. Un’altra donna è invece a distanza, visibilmente disperata. L’intercessione della Vergine, la cui icona è tra le nubi, fece, probabilmente, mettere tutti in salvo. Il dipinto riporta la data del 16 maggio, festa della Vergine, e fu realizzato dal pittore terlizzese Vito de Lucia a devozione di Vincenzo Amenduni fu Riccardo.
Le tavolette votive, seppur poche, raccontano la devozione secolare alla Vergine delle Grazie che, come diceva don Tonino Bello, “è nell’anima di tutti Ruvesi perché ha sempre profuso in noi tanta speranza, specialmente nei momenti della tribolazione(4).
Segnaliamo, in conclusione, la bella iniziativa del Museo Diocesano di Molfetta “Imago Virginis”: una serie di brevi video dedicati alle più intense espressioni della pietà popolare mariana nei quattro comuni della Diocesi. Lo scorso 16 maggio è stato pubblicato il video-racconto dedicato alla Madonna delle Grazie di Ruvo che qui proponiamo.
Note
↩1 | D.A. Lojodice, Paysan cultivateur de Ruvo di Puglia, Parigi 1908, p. 29 |
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↩2 | Corriere delle Puglie, 2 giugno 1899, p. 4 |
↩3 | Le riproduzioni dei dipinti sono state realizzate da Giuseppe Ciliberti e sono tratte dal volume: Il Santuario della Madonna delle Grazie a Ruvo di Puglia, a cura di Cleto Bucci, Terlizzi 2012, pp. 108-109 |
↩4 | Luce e Vita, 10 maggio 1992 – riportato nel video: https://www.youtube.com/watch?v=I70FRGBI-Bk |