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Pranzo di solidarietà: dalla storia delle Confraternite un esempio per molti

PranzoSi è tenuto per la seconda volta nella chiesa del Purgatorio, il Pranzo di Solidarietà, momento di convivialità voluto da un team di associazioni, confraternite e parrocchie ruvesi. Per un giorno, lungo le due navate della chiesa, al posto dei banchi sono state allestite grandi tavolate apparecchiate con tutto il necessario per il pranzo al quale sono state invitate oltre cento persone povere, sole o bisognose di conforto e amicizia.

Sotto la volta affrescata e sotto la sguardo amorevole della Madonna della Pietà, si è compiuto un “miracolo” che trova pieno riscontro nella missione e nella storia della Congrega del Purgatorio, fondata in questa chiesa nel 1678, e in quella delle altre tre Confraternite cittadine.

Già dalla metà del Settecento si hanno notizie di tre monti caritatevoli esistenti nella chiesa del Purgatorio: si tratta del Monte Purgatorio, del Monte Leone e del Monte San Cleto, istituzioni che avevano tra i fini statutari, anche quello di aiutare e sostenere i più deboli.

chiesa-del-purgatorioIl Monte San Cleto trae origine dall’Ospizio omonimo fondato nella chiesa di san Cleto e forse collegato alla confraternita omonima, attiva nella chiesa dedicata al patrono ruvese almeno dalla prima metà del Cinquecento. L’Ospizio inseriva annualmente nel suo bilancio somme da destinarsi in beneficienza che, ad esempio, nel 1811 vennero destinate alla casa dei matti di Aversa, per la difesa gratuita dei poveri, per le vedove dei gendarmi, per gli orfanotrofi, per le elemosine ai poveri del paese.

Stessa destinazione ebbero anche i fondi del Monte Leone fondato nel 1711, inizialmente per sole finalità di culto, da Francescantonio Leone con una donazione di capitali inter-vivos.

Il Monte Purgatorio fu, invece, fondato da diversi soggetti nel 1643(1) e, oltre ad occuparsi del suffraggio per le anime del Purgatorio, destinava importanti somme di denaro per opere di beneficienza. Da un bilancio del 1818 si evince, ad esempio, che furono destinati 26 ducati per poveri, storpi, ciechi, vecchi e inabili al lavoro, 20 per l’acquisto di medicinali ai poveri infermi del paese e 30 ducati per vestire gli ignudi e per la dote alle fanciulle orfane.(2)

Per questi tre Monti amministrati dalla Confraternita del Purgatorio e per gli altri esistenti in Ruvo, la legge Crispi del 1890 prevedeva la concentrazione nella nascente Congregazione di carità comunale ma una vertenza, portata anche in Consiglio di Stato, stabilì che il patrimonio dei Monti era inscindibile dalle Confraternite che lo amministravano e che le stesse potevano continuare a gestire e ad utilizzare le rendite di quei Monti.(3)

La beneficienza e le opere di carità rientravano, inoltre, tra le regole che i fratelli delle congreghe dovevano osservare e sulle quali giuravano nel giorno del loro ingresso. Nelle Regole riportate nella Planta Regia del Carmine, e presenti con alcune modifiche anche nelle Regole delle altre Confraternite, si legge, ad esempio, che: “A duoi altri fratelli dia pensiero di visitare i poveri ammalati che saranno nella città, e nell’ospedale, e consolarli, e persuaderli che si confessino, e comunichino, e tener pensiero delle cose necessarie, che avranno di bisogno, così del vitto, come de i sciropi, e medicine, procurandoli dal Monte della Pietà […] e quando alcuni di detti infermi venisse in estremo di sua vita, che vada ciascheduno delli detti visitatori à vicenda à raccomandarli l’anima acciò mora in grazia del Signor.”(4)

Oggi le Confraternite, seppur con modalità differenti, continuano ad effettuare opere di beneficienza, ispirate dalle direttive dei padri spirituali, e possono essere certamente annoverate tra gli enti che contribuiscono al Welfare della nostra città.

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Note

Note
1 N. Stragapede, Le drammatiche vicende del 1799 nel Diario del dottor Domenico Tambone e nei documenti dell’epoca, Terlizzi, 2006, p. 90-91
2 G. Villani, A. Marinelli, La Confraternita del Purgatorio sotto il titolo di Maria Vergine del Suffragio, Terlizzi, 2008, pp. 72-75
3 F.A. Bernardi, L’Arciconfraternita del Carmine di Ruvo di Puglia. Storia di un sodalizio, storia di una città, in La chiesa e l’Arciconfraternita del Carmine a Ruvo di Puglia, a cura di C. Bucci, Terlizzi, 2013, pp. 40-41
4 Regole pubblicate in F. Di Palo, Passione e Morte. La storia, i suoni, le immagini della Settimana Santa a Ruvo di Puglia, Fasano, 1994, p. 177

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