Una vecchia tradizione, ripresa da una parte della storiografia locale , afferma che san Francesco, ritornando dal viaggio in Terra Santa, Siria ed Egitto, compiuto tra il 1219 e il 1220, sia sbarcato a Otranto e abbia di qui percorso la Puglia per intero, fondando monasteri, sedando lotte cittadine mentre dimorava in cappelle extra moenia(1).
Secondo queste leggende, il poverello di Assisi durante il suo viaggio si fermò nella nostra città di Ruvo e qui diede indicazione, ai suoi primi seguaci, di erigere un convento francescano nei pressi dell’antica chiesa basiliana di sant’Angelo. Riporta la Nuova Enciclopedia Popolare edita a Torino nel 1864 che la chiesa era posseduta nel secolo XII dai Basiliani, diventò nel XIII dei Francescani, ed è certo che lo stesso san Francesco di Assisi vi stabilì nell’annesso monastero i suoi frati, dopo la peregrinazione al Gargano ed a Bari(2).
Nonostante questa leggenda tramandata nei secoli, non sia mai stata verificata, numerosissime opere testimoniano la venerazione ruvese per il santo, favorita soprattutto dai frati dei due conventi francescani fondati in città: il già citato ritiro dei Minori Osservanti e quello dei Cappuccini nei pressi della via per Corato(3).
Nella chiesa conventuale di sant’Angelo è possibile ammirare una ricca iconografia. In una delle cappelle laterali è posta una statua lignea raffigurante San Francesco, con l’aureola d’argento e con un Crocifisso a cui volge lo sguardo, tenuto tra le mani.
La scultura risale al XVIII sec. ed è opera, insieme a quasi tutte le statue esposte in chiesa, della bottega dei Brudaglio di Andria. L’opera riprende la serie dei San Francesco realizzati da Giacomo Colombo per alcune chiese della Capitanata(4).
La cappella fu edificata a spese della famiglia Montaruli, che contribuì con importanti donazioni alla riedificazione della chiesa di sant’Angelo nel Settecento. Don Saverio Montaruli, deputato e procuratore della nuova fabbrica, voleva venerare nella cappella di famiglia la statua di san Pasquale, suo personale protettore, ma il Padre Guardiano del convento lo pregò di collocarvi la statua del santo di Assisi. Il Montaruli acconsentì ed istituì una dote per tutto l’occorrente per il culto e per l’olio votivo. Nella stessa cappella fu costruito il sepolcro di famiglia e sull’arco fu apposto lo stemma gentilizio, ancora oggi in loco(5).
Nella stessa cappella sono state poste, all’inizio del Novecento, due tempere raffiguranti San Francesco che parla agli uccelli e San Francesco riceve le stigmate, opere del pittore ruvese Francesco Di Terlizzi detto “il Carabiniere”, definito da molti come uno dei migliori esponenti della pittura naif italiana(6).
Un’altra effige del santo è ricamata, con alcune decorazioni floreali, al centro della tovaglia della mensa dell’altare del santo, opera ruvese di inizio novecento.
Nella cappella si venerano anche le reliquie di San Aurelio che, come indica l’epigrafe posta nella cappella, furono donate nel 1756 al P. Bernardino Tauro da Terlizzi per singolare benevolenza del papa Benedetto XVI(7).
Sempre nella chiesa dedicata all’Arcangelo Michele, il poverello di Assisi è raffigurato nella tela col soggetto francescano della Madonna degli Angeli, opera del 1578 di Gaspar Hovic. San Francesco è posto a sinistra della Vergine e in una mano ha una croce, posta all’altezza del petto in segno di penitenza, mentre l’altra è aperta verso la Madonna col bambino.
Interessantissimo è il ciclo affrescato nel convento dei Minori Osservanti, collegato con la chiesa. Sostanzialmente integro e di recente restaurato, il ciclo illustra in venti lunette vita e miracoli del fondatore intervallati dalle effigi dei santi dell’ordine. Il ciclo si apre con un piccolo ovale raffigurante il poverello di Assisi che stringe la croce e mostra le mani stigmatizzate e si conclude con una grande raffigurazione dell’Immacolata e santi tra cui è riconoscibile, alla sinistra della Vergine, san Francesco seduto su una nuvola e raffigurato in età matura con un libro rosso chiuso tra le mani. Il ciclo è stato ricondotto alla mano di Michelangelo Capotorti, autore anche del ciclo con storie francescane nel convento di san Bernardino a Molfetta(8).
Nella chiesa dei padri Cappuccini san Francesco è ancora una volta rappresentato a diretto contatto con la Vergine e il Bambino. Nella mutilata tela della Madonna con Bambino e S. Anna, opera del bitontino Nicola Gliri del 1676, il santo è raffigurato a destra della Vergine mentre riceve dalle mani del Bambino la croce. Accanto al santo vi è san Domenico che riceve dalla Vergine una rosa simbolo del rosario.
Nella chiesa di san Domenico, già chiesa conventuale dei padri Domenicani, il napoletano Fabrizio Santafede raffigura san Francesco ai piedi della Madonna delle Grazie ancora una volta accanto a san Domenico di Guzman.
San Francesco è raffigurato con il saio mentre mostra alla Vergine e di riflesso anche allo spettatore, i segni delle stigmate sulla mano sinistra. La tela era originariamente posta nella cappella della famiglia Caputi eretta nella chiesa del SS. Rosario e fu commissionata da un membro della stessa famiglia, forse Domenico Caputi, che si fece raffigurare ai piedi di san Domenico con un libro di orazioni tra le mani(9). La tela alla fine dell’Ottocento fu collocata nella prima cappella a sinistra, nella quale si nota ancora l’incasamento, mentre attualmente è posta su una parete nei pressi dell’area presbiteriale.
Nella chiesa di san Giacomo al corso, dove è attiva dal 1869 una fraternità dell’ordine Terziario francescano, fondato a Ruvo nel 1866 nella chiesa dei Cappuccini, vi era in passato una tela del XVII secolo di autore ignoto che rappresentava San Francesco d’Assisi con un crocifisso in mano ed un teschio ai suoi piedi. La tela del XVII sec., posta in una cornice intarsiata finemente in oro zecchino del XVIII sec., era posta nella sagrestia della chiesa e fu trafugata da ignoti nella notte del 3 Maggio 1993(10). Una foto scattata negli anni Settanta del Novecento, in occasione dell’inventariazione delle opere d’arte delle chiese ruvesi, ci mostra il dipinto e dalla scheda allegata apprendiamo che la stessa fu restaurata dalla Soprintendenza nel 1973(11).
È invece ancora presente nella chiesa la bella statua in cartapesta eseguita nel 1890 dallo scultore De Pascalis di Lecce e copia della statua premiata nell’Esposizione Vaticana del 1888. Il santo è raffigurato sorretto da due angeli su una rupe sulla quale sono visibili il teschio, un libro aperto e una croce. In passato la nicchia era completata da un altare in marmo, ora non più esistente, dono della famiglia Fenicia e consacrato dal vescovo Pasquale Berardi il 22 aprile 1910.
Abbiamo notizie di pubblici festeggiamenti organizzati dalla Vicaria S. Giacomo negli anni Dieci del Novecento. In un documento del 19 Agosto 1911, ritrovato nell’archivio della Confraternita del Purgatorio, il Parroco Montaruli invita il Priore ad intervenire con la corporazione vestita di sacco alle processioni previste nel programma della festa popolare di S. Francesco e di S. Filomena che si sarebbe tenuta nei giorni 26, 27 e 28 Agosto(12). Le due processioni erano previste una il giorno 27 alle ore 10 e l’altra il giorno 28 alle ore 18 e furono portate per le vie della città la statua in cartapesta già citata e la statua vestita della santa conservata nella chiesa dei Cappuccini.
Nel cappellone del SS. Sacramento della stessa chiesa, inoltre, vi è un tondo raffigurante il santo, opera del pittore barese Mario Prayer, autore dell’intero ciclo pittorico della chiesa(13).
Altra testimonianza, particolarmente interessante data la particolare ambientazione, è conservata nella chiesa del Carmine. San Francesco è raffigurato nella tela del Compianto del Cristo Morto. Accanto alle tradizionali figure della Vergine e della Maddalena è posta una raffigurazione, quasi in penombra, del santo che con dolcezza guarda al corpo senza vita di Cristo tenendo le mani incrociate sul petto. La tela, già realizzata del 1628, è una copia fedele dell’opera di analogo soggetto eseguita, intorno al 1605, da Annibale Carracci per la Cappella Mattei nella chiesa romana di San Francesco a Ripa, destinazione che motiva la presenza del Santo di Assisi(14).
Nella chiesa della Madonna delle Grazie, san Francesco è raffigurato in due opere. Una piccola tela mostra il santo in contemplazione del Crocifisso. L’opera, eseguita nel Seicento da un ignoto pittore di area pugliese, raffigura, nei pressi di un pendio roccioso, il santo che guarda adorante al Crocifisso e che mostra i palmi segnati dalle stigmate(15).
Nella grande pala della Gloria della Vergine, recentemente attribuita a Carlo Rosa(16) il santo è invece posto alle spalle del patrono ruvese san Cleto mentre mostra le stigmate sulle mani.
Per concludere questa rassegna non si può non citare il bel monumento in bronzo realizzato dal Manfrini nel 1982, in occasione dell’ottavo centenario francescano, e posto all’esterno del Santuario di Calentano. La scultura raffigura san Francesco e il lupo di Gubbio, protagonista di uno dei più famosi fioretti della vita del santo.
Note
↩1 | Per un’analisi delle leggende pugliesi sul passaggio del santo si veda: G. Carito, San Francesco d’Assisi nelle Leggende Pugliesi, in Brindisi Res, 1977, pp. 179-196 |
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↩2 | Nuova Enciclopedia Popolare, Torino, 1864, p. 289 |
↩3 | Sul Convento Cappuccino si veda: F.A. Bernardi, I Frati Cappuccini a Ruvo di Puglia, dalla fondazione del convento alla sua definitiva soppressione (1607-1861), in Studi Rubastini. Chiese, conventi e sacri palazzi a Ruvo di Puglia, Terlizzi, 2015, pp. 17-68 |
↩4 | C. Pretrarota, Il ciclo scultoreo di Nicola Antonio Brudaglio (1703-1788) nella chiesa di san Michele Arcangelo a Ruvo di Puglia, in Percorsi di Conoscenza e Tutela. Studi in onore di Michele D’Elia, a cura di F. Abbate, 2008, p. 338 |
↩5 | F.A. Bernardi, Ruvo Nobile e Magnifica, Ruvo di Puglia, 2008, p. 142-143 |
↩6 | Una scheda biografica del pittore è stata pubblicata in Arte in Comune. La Collezione d’arte Contemporanea del Comune di Ruvo di Puglia, a cura di C. Cipriani, Edizioni della Biblioteca Comunale, Ruvo di Puglia, 2010, p. 141-144 |
↩7 | V. Pellegrini, Ruvo Sacra, Fasano, 1994, p. 199-200 |
↩8 | F. Di Palo, Si Quaeris Miracula. Devozione, immagine e immagini di S. Antonio di Padova nella Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, in Culto, devozione e immagine di sant’Antonio di Padova nella Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, a cura di O. Grieco, Molfetta, 2012 |
↩9 | F. Di Palo, La Chiesa di S. Domenico in Ruvo. Guida storico-artistica, Terlizzi, 2005, p. 38 |
↩10 | Il Rubastino, anno 1993, n.2 |
↩11 | Biblioteca Comunale di Ruvo di Puglia, Catalogo delle opere d’arte mobili esistenti nel comune di Ruvo redatto dal CTG Torre del Pilota, scheda m 1 |
↩12 | Archivio Confraternita del Purgatorio, Pratiche relative al Culto, Comunicazione del 19 Agosto 1911. Si ringrazia il Priore della Confraternita del Purgatorio, Antonio Marinelli, per aver consentito l’accesso all’archivio confraternale. |
↩13 | C. Cipriani, L’eclettismo pittorico di Mario Prayer. I dipinti murali nella chiesa di San Giacomo al Corso a Ruvo di Puglia, in Studi Rubastini, a cura di C. Bucci, Terlizzi, 2014, p. 251 |
↩14 | C. Cipriani, Scelte devozionali ed indirizzi artistici nel patrimonio pittorico della Confraternita del Carmine, in La Chiesa e l’Arciconfraternita del Carmine a Ruvo di Puglia, a cura di C. Bucci, Terlizzi, 2013, p. 131 |
↩15 | C. Cipriani, Il Santuario della Madonna delle Grazie. Tra arte e fede, in Il Santuario della Madonna delle Grazie a Ruvo di Puglia, a cura di C. Bucci, Terlizzi, 2012, p. 105 |
↩16 | F. Di Palo, Da ruralis ecclesia a santuario cittadino. La chiesa della Madonna delle Grazie a Ruvo di Puglia, Foggia, 2015, p. 73 |