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La Processione dei Misteri

Misteri-30Il pomeriggio del Venerdì Santo è dedicato al ricordo della Passione di Gesù Cristo.

A Ruvo i riti prendono il via alle 15.30 con il trasferimento del simulacro del Cristo Morto dalla Chiesa del Carmine alla Cattedrale dove mezz’ora dopo viene officiata l’Azione Liturgica della Passione.

La statua lignea policromata raffigurante il cristo spirato è quasi sicuramente opera dell’altamurano Filippo Altieri, ed era originariamente collocata nell’oratorio della confraternita. Da qualche anno è stata riportata in auge la mesta processione del primo pomeriggio del venerdì santo: il simulacro è portato in Cattedrale dove incontra la statua già esposta dell’Addolorata. In passato la statua della Vergine, “chiamata” dal celebrante durante la solenne funzione detta delle tre ore di agonia, usciva dalla sagrestia nel momento in cui il cristo varcava il portale centrale della chiesa e nei pressi dell’altare maggiore avveniva l’incontro suggellato da un abbraccio, con la statua dell’Addolorata che si chinava quasi a baciare il corpo senza vita del figlio.

Misteri-28Alle 17.30 varcano, invece, il portone della Chiesa del Carmine gli altri sette Misteri: Gesù nell’Orto (forse 1674), Gesù alla Colonna (1674), l’Ecce Homo (o Gesù alla Canna) – (1673), Gesù al Calvario (1674), il Crocefisso (2012), l’Addolorata (XVIII sec.) e il tempietto con la reliquia della Santa Croce. L’Addolorata, una volta uscita dalla chiesa, incontrerà la statua del Cristo Morto (1674) che si posizionerà prima dell’Addolorata. In tarda serata dopo un lungo peregrinare il rientro nella Chiesa del Carmine, sede dell’omonima Arciconfraternita.

La processione dei Misteri è la più antica processione della Settimana Santa ruvese: risale probabilmente al seicento. Negli anni la composizione della processione è mutata sensibilmente: dalle 11 statue in processione nel passato (oltre alle odierne sfilavano anche la Veronica, S. Pietro e S. Giovanni), alle otto degli ultimi decenni.

Il simulacro più venerato è sicuramente quello del Cristo portacroce detto dai più ” Gesù al Calvario”. Opera di Filippo Altieri di Altamura, era al centro di processioni penitenziali in periodi di siccità e delle celebrazioni popolare del 3 maggio e del 14 settembre. Dal recente lavoro di restauro del restauratore Leonardo Marrone sono emersi dettagli in merito ai restauri subiti dall’opera nel corso dei secoli che puntarono più che a recuperare e conservare l’opera, a integrarla e a modificarne i colori originari.

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Misteri-47Oggi l’opera che ammiriamo è al 90% quella che l’Altieri vide nascere sotto le sue mani nel lontano 1674.

Fino agli anni cinquanta il Calvario era seguito da un penitente scalzo in tunica rossa con corona di spine sul capo e con una croce sulle spalle. L’uomo era spesso oggetto di venerazione da parte dei ruvesi ma, ancora più spesso, era oggetto di scherno a ricordo delle vessazioni subite dal Cristo. Viene ricordato anche da Roberto Massone nella sua monografia su Ruvo di Puglia del 1871.

Dal 2013 viene portato in processione il nuovo Crocifisso ligneo, replica dell’antico crocifisso ligneo di autore ignoto del XVII sec. della Cattedrale. La copia, in legno, è opera dello scultore Stefan Perathoner di Ortisei (BZ).

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