In occasione dei festeggiamenti per l’Annunciazione della Vergine, venerata nel Santuario di Calentano, il Centro Studi Cultura et Memoria Onlus organizza la rappresentazione “Il Pianto della Madonna“, lauda drammatica di Jacopone da Todi.
In Umbria, nel cuore spirituale dell’Italia, circa mezzo secolo dopo san Francesco d’Assisi, nasce Jacopone: la voce più alta della poesia religiosa medievale. A lui si deve la forma della “lauda drammatica”, un componimento poetico scritto per essere recitato nelle occasioni liturgiche. La lauda di Jacopone intreccia motivi dal forte impatto patetico con una forte coerenza teologica. La morte di Cristo non è rappresentata astrattamente, ma viene vissuta come condizione estrema del dolore dell’umanità. Maria è messa al centro della storia, in quanto è lei il fulcro in cui si legano i due misteri dell’Incarnazione e della Passione. Maria è madre di Gesù: in lei Cristo si è incarnato, è lei che lo ha allattato, è lei che ancora lo vede «bianco e biondo» e lo chiama con gli appellativi dell’affetto materno. Nella sua sofferenza di donna innocente, Maria si fonde con Cristo, anch’egli ucciso senza colpa: «Che moga figlio e mate / d’una morte afferrate». Con profonda consapevolezza teologica, Jacopone rappresenta la Madonna come lo specchio terreno di Cristo e ne fa il modello dell’umanità redenta. A lei e all’apostolo Giovanni il Cristo affida infatti la continuità del Vangelo: «Mamma col core afflitto, /entro ’n le man’ te metto / de Ioanni, meo eletto». In tale prospettiva teologica va letta anche la ripetizione ossessiva della parola «figlio»: Cristo è allo stesso tempo figlio di Maria e figlio di Dio, e proprio nella sua condizione di figlio si compenetrano umanità e divinità.
La rappresentazione si terrà nell’atrio del Santuario dedicato alla Vergine e verrà replicata anche lunedì 30 Marzo nella chiesa di san Michele Arcangelo e Mercoledì 1 Aprile sul sagrato della chiesa di san Rocco.
La prima attestazione della chiesa risale al 1174: in un atto di compravendita è citata una «terra cum olivis ecclesie sancte Marie Calentani». Il tempio fu restaurato nel 1433 e completamente ricostruito nel XVIII secolo. All’interno della chiesa si custodiscono varie lapidi gotiche ed è particolarmente venerato l’affresco quattrocentesco, parzialmente visibile della Madonna col Bambino tra san Leonardo, gli angeli e sant’Antonio Abate. In passato questo affresco era coperto da una macchina lignea barocca (ora a destra dell’altare principale), che permetteva di vedere il solo volto della Vergine. Fu probabilmente questo il motivo che fece denominare l’immagine come “Annunziata“. Solo in seguito ai restauri degli anni Settanta del Novecento sono emerse anche le altre figure oggi visibili. Nella chiesa si conserva, inoltre, un gruppo in cartapesta rappresentante l’Annunciazione del Signore a Maria, portato in processione il Lunedì di Pasqua.
(Nell’immagine un antico santino della Vergine con foto di Diego Jurilli, primo fotografo ruvese, e stampato, su cartoncino resistente, dal famoso stabilimento “NOGARE & ARMETTI” di Milano. Risale alla fine dell’Ottocento.)