Mater Boni Consilii. Sotto questo titolo il 26 aprile, la Chiesa festeggia la Vergine Maria, dispensatrice di consigli ai suoi figli. Le ragioni per cui a Maria ben si addice questo titolo furono esposte dal cardinale Serafino Cretoni nel decreto Ex quo Beatissima Vergine del 22 aprile 1903, emesso in occasione dell’inserimento, voluto da Leone XIII, dell’invocazione “Mater Boni Consilii, ora pro nobis” nelle litanie lauretane. Si legge:
“Dall’istante in cui la Beata Vergine Maria […] accettò […] l’eterno disegno di Dio e il mistero del Verbo Incarnato […] meritò di essere chiamata anche Madre del Buon Consiglio. Inoltre, ammaestrata dalla viva voce della Sapienza divina, quelle parole di Vita ricevute dal Figlio e conservate nel cuore, le riversava generosamente sul prossimo.”
A Ruvo il culto alla Vergine invocata sotto questo titolo risale alla prima metà dell’ottocento e si concentra nella chiesa di San Rocco.
Nella chiesa si venera un’icona ovale, voluta dalla famiglia Spada appena arrivata in città,(1) che raffigura il tenero abbraccio tra la Vergine e il Bambino Gesù, sul modello dell’immagine, che rese popolare la devozione, scoperta a Genazzano (RM) nel 1467.
Le prime notizie documentate sul culto a Ruvo risalgono al 20 maggio 1824 quando, con decreto n. 1068 del Regno delle Due Sicilie, furono approvate le regole proposte per lo stabilimento di un Monte di sorelle, sotto il titolo della SS. Vergine del buon consiglio, nella congregazione di S. Rocco del comune di Ruvo in provincia di Terra di Bari (2). Il Monte, oggi Pia Unione della Madonna del Buon Consiglio, è ancora attivo: partecipa alle celebrazioni della confraternita di San Rocco e cura, con la confraternita stessa, i festeggiamenti per la titolare.
All’inizio del novecento, l’olio su tela fu posto in un incasamento realizzato per l’occasione. Si tratta di una cornice argentea con decorazioni fitomorfe e puttini per la quale si adoperò l’arcidiacono don Gaetano Basile (3).
Sotto il rettorato del Can. Angelo Anelli fu stampato per i tipi di Speranza & de Rosellis, un opuscolo con la Novena in onore della Vergine (1930). Il Can. Anelli fu rettore della chiesa di San Rocco fino al 26 aprile 1932 quando, proprio alla fine della novena in onore Madonna, improvvisamente morì.(4) Il successivo rettore della chiesa fu Mons. Antonio De Palo (1901-1990).
Le celebrazioni, per consuetudine seguita da tempo immemorabile, si tenevano due giorni dopo la festa liturgica, nella giornata del 28 aprile, per evitare conflitti con la ben più antica memoria di San Cleto, patrono minore di Ruvo, che cade proprio il 26 aprile (5). Questa particolarità tutta ruvese fu annotata, dallo stesso mons. De Palo, nel volumetto “Messe Proprie della Diocesi di Ruvo” (1977). Esso riporta, infatti, al 26 aprile letture e preghiera per la messa in onore del patrono minore di Ruvo e in appendice, alla data del 28 aprile, la liturgia prevista per la festa della B. V. del Buon Consiglio nella chiesa di San Rocco (6). Da qualche anno, questa tradizione è venuta meno e le due memorie vengono celebrate nella stessa giornata: nella chiesa del Purgatorio si tiene la S. Messa in onore di San Cleto, dalla chiesa di San Rocco si snoda, invece, la processione del quadro della Vergine.
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(1) C. BUCCI, Piazza di “Porta Castello”. Annotazioni di Storia Urbana, in La Chiesa del SS. Redentore in Ruvo. Aspetti di storia urbana, civile e religiosa a cento anni dalla fondazione (1902-2002), Terlizzi, 2003, p. 31
(2) Collezione delle leggi e de’ decreti reali del Regno delle Due Sicilie. Anno 1824. Semestre I, Napoli, 1824, p. 285
(3) V. PELLEGRINI, Ruvo Sacra, Fasano, 1994, p. 111
(4) Si ringrazia per la segnalazione la sig.ra Rosa Maria Ippedico, pronipote del can. Anelli.
(5) Notizie fornite da Cleto Bucci
(6) Mons. A. DE PALO (a cura di), Messe Proprie della Diocesi di Ruvo, Ruvo di Puglia, 1977, pp. 15-17 , 33-37